A passeggio per via Goldoni - parte II

A cura della Fondazione Milano Policroma
Testo di Riccardo Tammaro

Come ricorderete, nello scorso articolo abbiamo percorso la via Goldoni a partire dal fondo (nella zona di piazzale Susa) e ci siamo spostati verso il centro fino a giungere al giardino posto sul retro dell'edificio situato all'incrocio con via Nullo; ripartiamo da qui e ci dirigiamo verso l'incrocio successivo, quello con viale dei Mille.
Se l’ultimo palazzo a sinistra prima dell’incrocio con la trafficata circonvallazione è moderno e un po’ incombente, sulla destra si trova una graziosa villetta ad un piano con torretta (sul cui retro si trova un gradevole giardino adiacente a quello già citato), a cui sono accostati altri edifici in stile, per un colpo d’occhio omogeneo.
Al di là dell’incrocio, sulla destra si trova una palazzina dotata di notevole terrazzo sul retro, fronteggiato peraltro da altro ancora più ampio, ed avente fregi alquanto curiosi a balconcini e davanzali. Sulla sinistra invece si trova un edificio assurto più volte agli onori della cronaca per i tempi lunghi in cui è stata completata la sua ristrutturazione. Si tratta del palazzo di piazzale Dateo 5, che ora finalmente è visibile in tutti i suoi fregi. La facciata che dà su via Goldoni, in particolare, si fa notare per la lunga balconata, sovrastante l’alto portone, a cui si accede da una porta circondata da fregi, nonchè per i timpani che ne ornano le finestre e le lesene che ne tripartiscono la facciata in corrispondenza con gli estremi della balconata stessa.

Effettuati pochi passi, si nota come all’incrocio con via Uberti si trovino quattro palazzi tutti degni di nota: se a sinistra prima dell’incrocio (angolo sud-est) si trova il palazzo sopra citato (che occupa l’intero isolato), e sulla destra sia prima che dopo si trovano due palazzine interessanti di inizio ventesimo secolo, il palazzo sull’angolo sud-ovest è un notevole edificio tardo-liberty con fregi ai balconi e alla colonna angolare; è interessante qui osservare come i balconi al primo piano siano in cemento pieno, mentre quelli al secondo piano in cemento (sempre con fregi) e ferro battuto e quelli al terzo e quarto piano solo in ferro battuto, di modo da simboleggiare un alleggerimento progressivo man mano che ci si sposta verso l’alto; questa è stata una caratteristica spesso utilizzata nello stile liberty; oltre ai fregi alle finestre, vale la pena di osservare gli ottoni battuti posti sopra le insegne dei negozi. Il palazzo prosegue, in cromie diverse, ma con gli stessi elementi decorativi, fino all’incrocio con via Castel Morrone.
Di fronte, sul marciapiede nord, si trova un elegante palazzo (civico 39) ricco di fregi intorno alla finestre (dotate anche di timpani) e sul frontone, con un simbolo di abbondanza sopra al portone d’ingresso, che immette in un grazioso cortiletto; notevoli le finestre del piano ammezzato, con grate fiorite.
A seguire troviamo il civico 37, ricco di fregi al piano nobile e sulle colonne che paiono reggere il tetto, nonchè sul portone (che una volta probabilmente era doppio, vista la simmetria degli elementi decorativi); siamo così giunti all’incrocio con via Castel Morrone.

Superato l’incrocio, dove si notano eleganti palazzi a cavallo tra XIX e XX secolo, sulla destra (marciapiede nord) si trovano alcune palazzine dietro cui è nascosto un gradevole giardino con numerose palme, dotato di un elegante accesso. Di fronte, e fino all’incrocio con via Menotti, troviamo palazzi d’epoca con eleganti balconi e un’antica insegna di panificio (anni ’50); sull’angolo nord-est dell’incrocio si trova un interessante palazzo con ferri battuti ed un fregio affrescato sul frontone, interrotto da lesene che uniscono il piano nobile con il tetto.
Superato l’incrocio le case d’epoca tendono a diminuire e lasciano il posto a condomini anni ’50 e successivi. Di rilievo il civico 21/A con bifore sulle colonne esterne della facciata e fregi sparsi un po’ ovunque sulla stessa; molto interessante è poi, di fronte, l’androne affrescato del civico 34, sulla cui facciata spiccano timpani e teste di leone.
Molto gradevole è poi il cortiletto del civico 21, come pure interessante è la facciata (un po’ rovinata dallo smog) del civico 32, che ospita mascheroni, timpani e fregi; nel cortile si trovano robuste colonne.
Sul lato nord, dopo il recentissimo condominio con facciata ricurva (risalente allo scorso decennio), due palazzi d’epoca eleganti e ricchi di fregi ci portano all’incrocio con via Pisacane.
Superato l’incrocio ci aspettano due piccoli ma simpatici giardini, pertinenti rispettivamente alla scuola (lato nord) e alla bella villetta d’angolo (lato sud). Più avanti, all’incrocio con via Poerio, un edificio littorio dotato di ingresso con timpano e colonne precede il giardino del monastero di via Bellotti, mentre sul lato sud spicca il palazzo a vetri sede di una nota casa di moda.
Siamo giunti al termine della via e del nostro itinerario, ma non prima di avere osservato il palazzo d’epoca all’angolo sud-est con via Kramer, il cortiletto in rizzada del civico 3 e il loggiato moderno con balconi in metallo del civico 1.